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Comuni-CARE

Dal lat. communicare, der. di communis ‘comune’
Care (ke(ə)r) ingl. di Cura

Comunicare è l’atto continuo, di ogni ora e giorno, di mettere in comune.
L’azione che si trasforma e ci trasforma.
E’ mettere al centro il corpo, i pensieri e il tempo.
Tra genitori e figli, tra grandi e bambini, tra adulti.

Comunicare è prendersi cura e mettere in continuazione al centro ogni risorsa, per trovare quello
spazio, magari piccolo, in cui ci si comprende, in cui si rende partecipe l’altro di un pezzetto di sé e
viceversa.
E’ una cura che mette in comune parole, silenzi, attese, aspettative.

Penso in particolare a quel comunicare speciale che mette in relazione genitori e figli.
Dal primo istante in cui si pensa alla nuova vita: nei pensieri e poi in quello stato di comunicazione
inspiegabile che mette in comune due corpi, che si ospitano e crescono a vicenda.
In quel primo minuto in cui gli sguardi si agganciano.
In quegli occhi che si cercano dopo essersi così tanto attesi.

La comunic-azione della genitorialità parte dall’essere uno e si evolve in quello stare tanto accanto
che rende unica, anche nei momenti più difficili, la relazione genitore figlio.
E’ movimento che implica ascolto, spostamenti, aggiustamenti continui.
Inizia con una cura del corpo che matura e si arricchisce di sfaccettature difficilmente esprimibili.
E’ una care che ci richiede coinvolgimento totale, continuo, dal quale a volte si ha la sensazione di
non potersi allontanare neppure per un istante o nel quale ci si sente impotenti.

Comunicare è agire, rimanere, accompagnare.
Richiede allenamento continuo e misura dei tempi.
E’ un continuum… il continuum di una storia che diventa comune.

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