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CARNEVALE

Giorni di Carnevale.
Una principessa, un pirata e Flash si aggirano per la casa.
Cantano e si muovono in una sfilata tanto casalinga quanto divertente.
Cercano di trovare una zona comune in cui poter essere la maschera che indossano.
Iniziano una storia che dai Mari lontani arriva al Regno di Ghiaccio. Il pirata e la principessa hanno
la meglio come protagonisti e ad un certo punto Zeno, escluso, si stanca e togliendosi il costume
esclama: “Basta, io non sono Flash!”.
Lo guardo tornare sé stesso.
Mi regala lo spunto che aspettavo per scrivere.

Maschere.
Qui sono così, là divento altro.
Gli anni mi hanno insegnato a non crederci più.
Possiamo vestire un ruolo, ma chi siamo veramente emerge, comunque.
E come siamo nella vita personale, siamo nel lavoro, nelle relazioni.
C’è poco margine di differenza, quasi nullo.


Chi sei lo dicono le cose che fai, che dici, che scrivi.
Emerge da come guardi, da come ti muovi.
Nella professione e nel privato.

Flash si stanca della sua maschera.
Anche la principessa capisce che la corona pesa.
Il pirata si toglie il cappello col teschio.
Li guardo, li guardo tornare quelli che sono.

Quando i giorni di Carnevale finiscono, torniamo noi stessi, quelli che siamo.

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