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La loro misura

Avevamo un segna altezza per bambini che ci era stato regalato, mai usato, perso nel trasloco.
Quindi non saprei dire precisamente chi dei tre fosse alto quanto in un certo momento.
Poco male. Ho lacune ben peggiori.


Ma loro si sono sempre misurati, tutti e tre, con noi.

Lo fanno fin da piccoli, da quando hanno capito il significato di “essere alto”.
Saremmo stati sicuramente noi con Sofia, una volta che ci era vicina, ad avvicinare alla sua
testolina la mano dicendole: “Sei alta fino a metà della mia gamba…”.
E poi lei, e poi loro, hanno continuato a farlo, venendo, con la manina davanti alla fronte, verso di
noi.
Nel tempo li abbiamo visti crescere anche così, volendo che in certi momenti la mano fosse più
alta, in altri che si fermasse.

Ora arrivano intorno alla pancia, tutti e tre.
Sono partiti senza confini quando erano tutt’uno con noi, e poi una volta a terra, hanno preso la
loro misura dalle radici, via via crescendo…
Non solo nel senso dell’altezza, ma anche nella relazione.
Perché crescendo, cambiano le misure di cura.
All’inizio è il corpo protagonista della relazione, ma via via che crescono prendono spazio le parole,
i pensieri, un contatto che evolve di giorno in giorno.

Siamo ancora la loro misura.
Con la mano sulla tesa e nei vissuti del quotidiano.
Conteniamo, accompagniamo, teniamo.

Ora arrivano al nostro centro.
Li vedremo crescere.
Andranno oltre e avranno misure altre.
Sarà allora dolcissimo il ricordo di queste tre manine che creando un contatto con noi, cercavano il
loro confine.

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