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i no che aiutano a crescere

NO

Siamo in cartoleria per ritirare gli ultimi libri.
Negozi come questo sono chiaramente il bengodi per loro.
Finché parlo con la commessa lui adocchia un pacchettino di Lego.
Si avvicina e mi dice:
“Mamma, me lo compri? Cosa solo otto punto nove zero”.
“No, non lo prendiamo”.
Proseguo a parlare per verificare l’elenco dei libri.
“Dai mamma, ti prego…”
“No”.
Finché continuo a parlare con la commessa lui in sottofondo mi chiede almeno altre 5 volte se glielo posso comprare.
E’ chiaro che ad un certo punto sarebbe stato più semplice dirgli di sì (e c’è pure una vocina dentro che te lo suggerisce “Dai, compralo… cosa sono 8.90 Euro? sei sempre la solita… cosa ti cambia?).
“No, ho detto di no. Vai a metterlo dove lo hai preso”.
Saliamo in auto.
Lui muto. E’ arrabbiato.
A casa si chiude in camera sua.

A me dispiace, è chiaro, però credo che l’educazione passi anche attraverso i no.
E forse sono quelli che più aiutano a crescere i nostri bambini.
Soprattutto quelli che ci costano più fatica perché siamo stanchi o perché “cosa vuoi che sia…”.
Altrimenti cosa vuoi che sia…
… lasciargli il cellulare mezz’ora.
… far decidere a lui quando andare a letto.
… (qui ognuno ci metta quello che vuole).

Perché hanno bisogno di confini: da piccoli tra le nostre braccia (e anche lì non è sempre facile) e quando sono più grandi tra le nostre parole e le nostre azioni.

Perché l’educazione si costruisce ogni giorno, restando vicini ai nostri figli, mano a mano che crescono, in modo diverso.
E mollare la presa può sembrare più semplice e comodo nell’immediato.

Ma è “tenere” il segreto…

 

PS: dopo due ore è venuto ad abbracciarmi chiedendomi se Santa Lucia potrà portargli quelle Lego….

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