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Domenica pomeriggio.
Sono appena tornata dalla guardia medica con uno dei tre.
Niente di che, ma di fatto non è stato il pomeriggio di riposo che pensavo.

La parola “condivisione” mi frulla per la testa.
Me l’ha regalata un’amica in questi giorni per scriverci qualcosa.
E nel pronunciare ad alta voce questa parola, io sento come eco “maternità”.
Quando diventi madre, non sei consapevole, di quanto la vita di chiederà di condividere.
Il corpo, fin dall’inizio, nelle forme e nei confini.
I pensieri, che riguardano te, lui, chi arriverà, chi sta intorno.
Percorsi, più o meno accanto a chi incontrerai, perché un figlio apre mille nuove porte.
Gli spazi, che non sono più i tuoi e non lo saranno a lungo.
Il tempo, che devi con-dividere, spezzettare, incastrare, magari per non trovarne più un pezzetto
per te per tanto tempo.
Un destino che andrà comunque oltre quanto tu possa aver mai immaginato.

In realtà però, in questa domenica di gennaio in cui scrivo prima di cena, pensando a tutto questo,
mi viene da condividere con chi legge, che quando diventi madre la condivisione più difficile è
quella che devi fare con te stessa… tanto quanto nell’accogliere gioie che non riesci a descrivere,
quanto nel prenderti cura di stati d’animo che non vorresti appartenessero a te.

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