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Come te disi ti (la S si legge come in “vaso”)

E’ successo di nuovo.
La prima volta Gaia era aperta da pochissimo tempo.
Stavolta è diverso.
E sento che due parole sono doverose.

Incrocio per la strada una neo-nonna.
Sua nuora che conosco non ha frequentato nessun corso con me, anzi, a dire il vero io non l’ho mai neppure vista incinta quindi né a Gaia né altrove possiamo aver parlato di parlato di pancia e latte.
Mi fermo (e ammetto, la gentilezza è troppo sopravvalutata) e le faccio le congratulazioni.
“Grazie. Va tutto ben. Anca se non la allatta mia, perché no l’è mia come te disi ti che tutte le g’ha el latte” (traduco per la mia amica ostetrica di Trieste che legge i miei post: Va tutto bene. Anche se non allatta, perché non è come dici tu che tutte hanno il latte”).
Mi allargo in uno di quei sorrisi che vorrebbero dire molto, ma evito.
Saluto veloce e mi allontano.

Mi chiedo, nonna cara, come fai a sapere che cosa dico io ai miei corsi, che cosa dico io rispetto all’allattamento al seno? E perché ci hai tenuto così tanto a dirmelo dal momento che io non ti avevo chiesto nulla?

Per inciso, quello che dico ai corsi rispetto all’allattamento al seno, non me lo sono sognata in una notte di luna piena, ma sono le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ne sa molto più di me e delle nonne dell’est veronese.

Ma siccome la vita tende all’equilibrio, nella stessa settimana è arrivata a Gaia una mamma per una consulenza.
Accompagnata dalla sua mamma perché guidare nei primi giorni dopo un cesareo è impossibile.
E’ rimasta accanto a sua figlia.
Un allattamento non certo partito in modo semplice.
Secondo figlio. Il primo è ancora piccolo.
La mamma mi parla, parliamo, vediamo quel che c’è da vedere.
Ad un certo punto la nonna se ne esce con: “Io avrei già mollato…”
L’ha detto con un tono di voce meraviglioso e con uno sguardo carico di tutto l’amore del mondo.
A me è arrivato questo: “Io avrei mollato, ma mia figlia è determinata, sa cosa vuole perché il primo allattamento non è andato, la stimo e sono davvero orgogliosa di lei. Oggi l’ho
accompagnata perché comunque evolva la situazione, questo era il sostegno da madre che oggi le serviva da me”.

nonna

E “come dico io” le nonne davvero possono fare la differenza.

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