Al mattino porto i bambini a scuola e alle 8 risalgo in macchina per andare verso Gaia.
Alle 8.03, ormai l’orario sbaglia solo di qualche secondo, sono all’altezza di un gruppo di case in una frazione a metà strada tra casa e lavoro. Sulla strada, con due bimbi in braccio, c’è sempre una mamma di tre, che conosco perché uno dei suoi capolavori è in classe con Zeno.
Aspetta che il pulmino della scuola passi per portare il suo grande e la sua media alla scuola dell’infanzia.
Io passo, ci sorridiamo e ci salutiamo.
E’ diventato un appuntamento fisso del mattino.
Appena la strada da cui giungo svolta un po’ a sinistra, la vedo e mi preparo già a questo incontro rapidissimo di sguardi.
C’è tantissimo in quel ciao dalla macchina, in quel ciao dal ciglio della strada con la bimba in braccio e il grande che le sta accanto.
Un ciao da mamma a mamma.
Ci salutiamo, piene di sonno… perché chissà la notte come è passata… ma è passata!
Ci salutiamo consapevoli (e diciamolo, anche un po’ sollevate) che i bimbi fino al pomeriggio saranno a scuola.
Ci salutiamo, anche per incoraggiarci della giornata che ci aspetta.
Lei sorride sempre. Sguardo profondo, occhi chiari che sorridono sempre.
Anche quando la incontro a scuola, ha sempre quel sorriso che calma e trasmette energia buona.
E’ una di quelle donne che ti chiedi come fa a sorridere sempre…
Zeno un giorno di questi, tornando da scuola mi ha detto:
“Sai mamma che A. per riconoscermi non mi accarezza più la testa? Basta che gli vado vicino e gli dico “Ciao A. sono Zeno, e lui mi dice “Ciao Zeno”… Adesso mi riconosce con la voce”.
A. il bimbo grande che ogni mattina, vicino alla sua mamma sorridente, aspetta il pulmino per andare a scuola non vede con gli occhi, ma con il cuore.
E alle 8.03 di tutte le mattine feriali, io penso che si sia scelto una mamma straordinaria.
Illustrazione di Antoine De Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe
La mamma di A. ha letto questo post e acconsentito alla pubblicazione.
